Il dibattito sull’euro e sulla Unione Europea è diventato centrale nel dibattito più generale della sinistra italiana. A una posizione euroriformista, di gran moda prima della debacle di Tsipras, molti oggi oppongono una posizione che sostiene giustamente la irriformabilità dell’Unione Europea come strumento del capitalismo, arrivando però alla conclusione che la soluzione possa essere trovata ripiegando sullo stato nazionale e sul recupero della sovranità Per costoro diventa centrale e prioritaria l’uscita dall’Euro.
La nostra posizione invece è quella internazionalista e di classe che certo considera non riformabile la UE, ma mette al centro la lotta contro la politica di austerità e le classi dominanti, che contrappone all’Europa dei padroni, quella delle classi lavoratrici, che combina il lavoro per lo sviluppo delle lotte nazionali, con il coordinamento e l’unità al di sopra delle frontiere. La “rottura” può avvenire in un singolo paese, ma il progetto deve essere sempre quello di operare per una ricomposizione internazionale delle classi lavoratrici, senza il quale nessuna esperienza emancipatrice potrà avere successo.
Il nazionalismo, il sovranismo e il campismo, cioè la lettura della situazione internazionale con gli occhi della geopolitica che abbandona così qualsiasi analisi di classe, sono deviazioni pericolosissime per le organizzazioni della sinistra perché fanno perdere la bussola del marxismo e degli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici tutti/e.
Nell’anno del centesimo anniversario della rivoluzione più internazionalista che ci sia stata, quella dell’ottobre sovietico, riprendiamo in mano le fila di una discussione centrale per il nostro futuro.
Ne discutiamo Martedì 9 maggio alle ore 21 presso la sala Maitan in via Varchi 3 a Milano con Franco TURIGLIATTO dell’esecutivo nazionale di Sinistra Anticapitalista.
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