Da “Il Giorno”
Cancelli sprangati, vigilantes schierati. K-Flex ringrazia gli operai «per la disponibilità a rientrare», ma li lascia fuori dalla porta. Intanto, il giudice fissa l’udienza sull’annullamento dei licenziamenti: si andrà in aula i1 4 maggio. Ultimo atto di una vertenza complicata, che ieri si è arricchita di un altro colpo di scena.
Alle sei, i lavoratori che avevano annunciato la sospensione dello sciopero dopo 80 giorni di protesta per tornare a timbrare il cartellino, hanno dovuto prendere atto della serrata. Uno scenario che cambia tutto, almeno sul fronte dello stipendio, che, a questo punto, dovrà essere pagato. È di nuovo muro contro muro con l’azienda. La battaglia che va avanti dal 24 gennaio si sposta in tribunale.
Il gruppo, nato e cresciuto in Brianza, ma con una galassia di siti all’estero, è stato denunciato per condotta antisindacale. «Ha violato l’accordo sottoscritto a dicembre in cui si impegnava a mantenere il sito a Roncello e a non ridurre personale fino al 2018», ricorda Matteo Moretti della Filctem Cgil.
K-flex, che si è presentata una sola volta su tre al tavolo del ministero dello Sviluppo Economico, convocato dal viceministro Teresa Bellanova per raddrizzare la vertenza, ha spiegato di aver messo sul piatto «una prima offerta di incentivi all’esodo». Quindicimila euro a testa: questo l’esborso promesso dalla famiglia Spinelli, proprietaria del gigante della gomma-plastica, con fatturato di 320 milioni l’anno.
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