Quando è circolata la notizia della concessione dello Spazio Arte di Sesto San Giovanni a Casa Pound non era chiara la portata della cosa. L’indignazione e la protesta si sono immediatamente fatte alte e tante sia a Sesto che a Milano e iniziative di mobilitazione si stanno sviluppando.
Ma ogni giorno che passa è sempre più evidente che non si tratta solo di una grave e intollerabile provocazione, fascista. Siamo di fronte a qualcosa di più, a un progetto estremamente pericoloso a cui occorre fare estrema attenzione e in cui si mescolano, alla luce del sole, tutti i peggiori armigeri e armamentari della reazione: quasi in una prova di orchestra.
Il primo dato che balza agli occhi è la piazza scelta. Sesto San Giovanni con la sua storia di resistenza antifascista e di lotte operaie. Una città umiliata dalla vittoria del centro destra alle scorse elezioni amministrative e in cui le contraddizioni sociali diventano ogni giorno più esplosive. Una città in cui ogni giorno vengono operate scelte di taglio di servizi, chiusura di spazi democratici e scelte reazionarie di ogni genere.
Così la più grande sala comunale di Sesto il prossimo 18 gennaio dovrà ospitare una delle maggiori organizzazioni fasciste italiane che, anziché essere messa fuori legge come vorrebbe il dettato costituzionale, continua ad avere la massima agibilità politica e il sostegno di molte amministrazioni locali (Cologno Monzese docet).
Poi l’iniziativa stessa: originariamente spacciata come una serata di commemorazione di Jan Palach, è diventata una iniziativa sull’Europa con un taglio sovranista e che vedrà la partecipazione di tutte le forze del centrodestra. Assieme al fascistissimo Simone Di Stefano segretario nazionale di Casa Pound (quasi omonimo del sindaco di Sesto Roberto Di Stefano), interverranno parlamentari e esponenti dei fascisti di Fratelli d’Italia, dei parafascisti della Lega di Salvini, di Forza Italia, tutti assieme all’economista populista Ilaria Bifarini. Casa Pound fa quindi un nuovo passo avanti nella sua marcia per diventare un interlocutore credibile e appetibile alle forze della reazione borghese nel nostro paese.
La cosa ancora più preoccupante però è lo smaccato tentativo della amministrazione comunale sestese di impedire la mobilitazione, ogni giorno sempre più ampia, che le forze antifasciste e democratiche stanno costruendo contro questa iniziativa fascista e il tentativo di Casa Pound di accreditarsi come una normale forza politica. Infatti, mentre al sindaco Di Stefano non ha nemmeno sfiorato l’idea di non concedere lo spazio ai fascisti, ha fatto porre dalla polizia municipale il divieto per le tante iniziative promosse dal comitato antifascista di Sesto San Giovanni e altre forze proprio in risposta all’ingombrante presenza fascista. Il tentativo è rientrato, dopo consultazione con la prefettura da parte del comitato antifascista, ma oggi viene un altro ostacolo per lo svolgimento della manifestazione convocata il 18 gennaio in parallelo con l’assemblea nera si tenta, da parte dell’amministrazione comunale, di non concedere l’occupazione di suolo pubblico per l’allestimento di Piazza della Resistenza scelta come luogo dell’iniziativa antifascista.
Si è di fronte quindi non solo alla inaccettabile presenza dei fascisti, ma anche al tentativo da parte di una istituzione, di impedire l’agibilità politica delle forze democratiche ed antifasciste: un passaggio pericoloso che porta con se proprio un maleodorante odore di regime e a cui occorre opporre immediatamente il massimo di mobilitazione. Se poi colleghiamo tutto ciò alle norme che criminalizzano le mobilitazioni sociali contenute nel cosiddetto decreto sicurezza recentemente approvato, il quadro è veramente fosco.
Occorre quindi il massimo di mobilitazione larga, unitaria e chiaramente antifascista e i nostri compagni e le nostre compagne saranno ben presenti anche nella iniziativa del 18 gennaio. Due cose vogliamo però dirle sul comunicato di lancio della manifestazione di Piazza della Resistenza. Non contestiamo ovviamente il fatto in sé di averla convocata in un luogo lontano dallo Spazio Arte (la contrapposizione diretta o “militante” non sempre è utile, a volte è bene cercare di costruire i rapporti di massa necessari per poi poterla praticare). I contenuti del comunicato ci sembrano però non vadano nella direzione giusta. Si rifugge nel testo dalla rabbia, dal conflitto e dalla aggressività quasi mettendo le mani avanti da chi, eventualmente, dovesse invece esprimere questi sentimenti.
Noi invece crediamo che la rabbia contro l’aggressione sociale e politica (e anche fisica) a cui siamo sottoposti, il conflitto contro gli agenti di questa aggressione e l’odio contro i fascisti e chi li sostiene abbiano assolutamente diritto a esserci e ad essere espressi. Il fascismo è eliminazione fisica degli avversari politici, chiusura di ogni spazio democratico, aggressione e violenza. Anche l’episodio, in sé piccolo, delle scritte con le svastiche sulla sede del PRC di Sesto di poche sere fa è significativo.
La gioia, nelle nostre iniziative, ci deve essere ma anche la rabbia che non va nascosta ma invece incanalata nella giusta direzione quella della lotta contro questo sistema di oppressione e sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Altrimenti ci sarà qualcuno che la incanalerà verso il razzismo e la guerra tra i poveri e i fascisti a questo servono.
Invitiamo caldamente a partecipare al presidio nocasapound di venerdì 18 gennaio che comincerà alle 16 a Piazza della Resistenza a Sesto San Giovanni (mm Rondò).
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