È stato sgomberato nella mattinata di oggi, martedì 31 luglio, il centro sociale occupato “Lambretta” di Milano, sito in via Val Bogna, a Calvairate, quartiere di edilizia popolare nella parte orientale della città.
L’azione di forza, basata su decreto di sequestro preventivo dell’immobile emesso dall’autorità giudiziaria, ha visto un enorme e sproporzionato spiegamento di forze di polizia, carabinieri e guardia di finanza, compresi due elicotteri, com’era già avvenuto lo scorso 15 giugno per lo sgombero di dodici famiglie che occupavano appartamenti di proprietà comunale in Via Palmanova.
È del tutto evidente, in entrambi i casi, che si è cercata la massima spettacolarizzazione dell’evento repressivo, per dare soddisfazione, attraverso le immagini diffuse dai mezzi di comunicazione di massa, alle pulsioni più reazionarie che attraversano oggi parti consistenti della società, a partire dall’elettorato della Lega e del Movimento 5 stelle.
Concorrenza a destra (compreso il PD)
La sera stessa dello sgombero, il leghista Paolo Guido Bassi, presidente del IV Municipio, che aveva fortemente caldeggiato la soluzione di forza, si è fatto intervistare da Rai Tre.
Ma la concorrenza a destra è forte: l’assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato, a lungo consigliere comunale a Milano per il MSI prima e per il PDL poi, e storico nemico dei centri sociali, era sul posto durante lo sgombero e ha pubblicato un selfie sulla sua bacheca Facebook: «Sgomberato il Centro Sociale Lambretta. Questa mattina ho partecipato alla messa in sicurezza dello stabile occupato dagli antagonisti e no global».
Anche il Partito democratico si allinea alla parola d’ordine “repressione è civiltà”: la vicesindaco e assessore alla Sicurezza del Comune di Milano, Anna Scavuzzo, ha parlato di «un’azione congiunta e coordinata che dà risposta alle innumerevoli richieste da parte dei cittadini del quartiere» e ha ringraziato «donne e uomini di forze dell’ordine e polizia locale che questa mattina sono intervenuti con professionalità ed efficacia per restituire ai legittimi proprietari l’immobile occupato lo scorso anno dai ragazzi del Centro Sociale Lambretta».
Un’ondata repressiva sempre più intensa
Gli occupanti, a cui va tutta la solidarietà e vicinanza di Sinistra Anticapitalista, hanno pubblicato in mattinata un comunicato su Facebook, nel quale ricordano le altre azioni militaresche degli ultimi mesi a Milano e dintorni: lo scorso 13 febbraio contro il centro sociale Fornace di via Moscova a Rho; il 30 maggio contro Rimake, in via Astesani, zona Affori; il 26 giugno contro Zip, Zona indipendente politica, spazio tenuto dal collettivo della Rete Studenti.
L’ondata repressiva non riguarda, come sappiamo, solo la metropoli lombarda.
Il 26 luglio, solo per citare un esempio, la sindaca di Roma, la pentastellata Virginia Raggi, ha deciso di sgomberare la “baraccopoli” Camping River, peraltro violando una richiesta di sospensiva della Corte Europea per i diritti dell’uomo, che domandava garanzie sulle misure di alloggio previste per i residenti.
È indubbio che azioni poliziesche contro i centri sociali, e contro i settori più emarginati in generale, si sono avute con governi e amministrazioni locali di qualunque “colore politico”.
Lo stesso “Lambretta” ha già subito altri quattro sgomberi forzosi, compreso quello del 27 agosto 2014, quando a Milano era sindaco “l’arancione” Giuliano Pisapia e a Roma era presidente del consiglio Matteo Renzi.
E’ però altrettanto indubbio che dopo le elezioni dello scorso 4 marzo e la nascita del governo Conte, con Matteo Salvini nel ruolo di Ministro degli interni, si è avuto un vero e proprio salto di qualità.
Tratti tipici del fascismo
Particolarmente virulenta è l’accelerazione alla stretta repressiva contro i migranti, tuttora in corso, con il capopopolo leghista che rincara la dose, puntando anche alla riduzione del numero di permessi umanitari riconosciuti.
Ad essere colpiti sono soprattutto donne e bambini, persone malate per aver affrontato impervie traversate e subito torture, prima di poter giungere nel nostro paese.
Siamo di fronte a provvedimenti che assumono alcuni dei tratti tipici del fascismo.
Gli immigrati, ma anche i Rom o i Sinti, sono accusati di importare ogni sorta di brutalità dai loro paesi, incarnano il male, esportano criminalità, terrorismo e malattie.
I centri sociali rappresenterebbero la forma più elevata di “illegalità”, “mancanza di civiltà”, “devianza sociale”.
Per questo è più che mai necessaria la costruzione di una grande mobilitazione capace di mettere assieme le lotte dei migranti, i diversi movimenti di solidarietà contro l’Europa-fortezza e le politiche razziste, e le mobilitazioni contro ogni attacco agli spazi sociali.
Marciare divisi sarebbe oggettivamente per l’avversario un segno della nostra debolezza.
Occorrerà costruire assieme una nuova resistenza per impedire il progressivo intorpedimento della società e soffocare sul nascere i germi del fascismo che vengono espressi dal nuovo governo.
Sinistra Anticapitalista sarà in prima fila in questa battaglia.
(m.p.)
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