In data odierna (16 maggio) si è tenuta, presso la sezione lavoro del Tribunale di Milano, l’ennesima udienza della vertenza legale che vede schierata la multinazionale IKEA contro due delegati sindacali, Luca Marchi e Mauro Sanson, licenziati per essersi presi in carico la vertenza delle lavoratrici di una cooperativa sociale in appalto all’interno del magazzino IKEA di Carugate.

Siamo tornati molte volte su questa vicenda non solo perché conosciamo Luca e Mauro, ma perché crediamo che sia esemplificativa di quello che sta succedendo nel nostro paese. Non si tratta infatti di un episodio isolato. Sono tanti i delegati che, nel silenzio più totale, vengono repressi e allontanati dal loro posto di lavoro e di lotta. L’ultimo è il delegato Carrefour Luciano Pasetti.

Il copione è sempre lo stesso: un padrone potente, immensamente potente, che usa paternalismo e repressione per governare le relazioni sindacali. Diritti negati, salari al lumicino, carota e bastone. Autorità. E chi la mette in discussione deve essere schiacciato

Questa ultima udienza serviva a permettere agli ulteriori nuovi testimoni di rendere le proprie deposizioni. Per la precisione tre portati dalla multinazionale svedese IKEA E tre a favore del delegato sindacale SGB Luca Marchi per un totale di 18 testimoni ascoltati fino ad oggi.

La causa di impugnazione intentata da IKEA era stata avviata dopo che un dispositivo emesso dallo stesso tribunale di Milano a fine luglio 2017 reintegrava Luca sul posto di lavoro (dispositivo ad oggi non applicato dalla multinazionale né sotto l’aspetto economico, né nella sostanza),

Siamo a nove testimoni per parte che rilasciando le proprie dichiarazioni confermano nei fatti quanto sancito dalla procedura penale e nella precedente emissione del dispositivo: i due delegati sindacali interni a IKEA, Marchi e Sanson, sono stati licenziati per rappresaglia e con un evidente intento antisindacale.

E oggi un nuovo rinvio, questa volta a luglio.

I tempi della giustizia sono gravemente in ritardo rispetto ai bisogni del lavoratori e ai loro portafogli, favorendo nei fatti la multinazionale che, avendo infinite possibilità economiche, impegna i propri legali a trovare cavilli e motivazioni di rinvio,

Così si continua, udienza dopo udienza, mese dopo mese, sprecando denaro pubblico e puntando alla resa per fame dei lavoratori.

La sola arma che possiamo mettere in campo contro questo strapotere è quella della solidarietà di classe: Luca, Mauro e oggi Luciano, non devono essere lasciati soli. Occorre costruire una rete di solidarietà affinché possano resistere un minuto più del padrone.

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