Sciopereranno il 25 novembre prossimo, dalle 18 alle 22, i tranvieri milanesi. L’agitazione è indetta dall’organizzazione sindacale «Associazione lavoratori Cobas», che denuncia la decisione di Atm di subappaltare a società private alcune delle proprie linee. «Un’altra via per privatizzare il trasporto pubblico», si legge in un comunicato, dopo il fallimento dell’operazione «Milano Next».
Nella primavera del 2019, infatti, era stata annunciata la costituzione di un’associazione temporanea di imprese, denominata appunto «Milano Next», con lo scopo di assumere in gestione il trasporto pubblico milanese per 15 anni, attraverso lo strumento giuridico del project financing. In questo cartello, Azienda Trasporti Milanesi (società del Comune di Milano) era affiancata a IGPDecaux, A2A, Busitalia, Hitachi Rail Italy e altri soggetti privati.
A 18 mesi di distanza, sembra che la proposta di project financing sia stata accantonata, se non proprio formalmente, quanto meno in fatto, probabilmente a causa del calo di utenza dei trasporti pubblici determinato dall’epidemia da Covid-19. Qualcuno deve aver ritenuto che il progetto non generasse più adeguati margini di profitto.
Dallo scorso 9 novembre, tuttavia, Atm ha scelto di affidare a terzi parte delle proprie linee: quelle numerate 48, 162, 165, 171, 176, 353, 709. È la società Air Pullman, ai più nota per i collegamenti via autobus con gli aeroporti, ad aver assunto la maggior parte di questi servizi.
Da un giorno all’altro, gli utenti alla fermata hanno visto arrivare, anziché il classico autobus urbano di Atm, un pullman «gran turismo», talvolta addirittura marchiato «Flixbus» (multinazionale della quale Air Pullman è partner). Non senza qualche mugugno da parte dei passeggeri medesimi, dal momento che questi mezzi non hanno il pianale ribassato, e quindi occorre salire diversi gradini per accedere.
Nella propria presa di posizione, A.L. Cobas chiama in causa anche il Comune di Milano, colpevole di aver respinto ogni richiesta di incontro presentata da luglio sino ad oggi. Lunga è la lista degli argomenti che i rappresentanti dei lavoratori avrebbero voluto discutere con Sindaco e Assessore ai trasporti: dalla costituzione di una commissione d’inchiesta sui fatti di corruzione in Atm, ai «mancati controlli, da parte di enti terzi, sull’effettiva pulizia e igienizzazione dei mezzi» E ancora: la scelta di mettere in cassa integrazione parte del personale ausiliario, che si sarebbe potuto destinare a controlli sull’affollamento dei mezzi e sull’uso della mascherina da parte degli utenti; la carenza di dispositivi di protezione per i conducenti.
«Gravi sono le responsabilità del Sindaco di Milano», conclude A.L. Cobas, accusato di una «gestione del servizio di trasporto pubblico da un punto di vista esclusivamente economico e privatistico».
Dell’utilizzo di autobus di operatori privati si era parlato molto, nei mesi scorsi, come possibile strumento per rafforzare il trasporto pubblico, specie sulle tratte interurbane e negli orari tipici degli studenti. Appare dunque singolare la scelta di Atm di avvalersene non in aggiunta, ma in sostituzione dei propri bus, e per di più solo ora che le scuole sono chiuse e dunque la domanda di mobilità è diminuita.
Più in generale, è la stessa facoltà di far gestire a soggetti privati i servizi pubblici, come i trasporti, che dovrebbe essere messa radicalmente in discussione. Come dimostra anche, nel settore ferroviario, la vicenda di Italo-Ntv, società che, a fronte dell’inevitabile calo del numero di viaggi in periodo epidemico, ha messo in cassa integrazione 1.500 dipendenti. Con la minaccia di procedere a licenziamenti, se non otterrà forti aiuti economici dallo Stato.
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