Riproduciamo il comunicato del sindacato SGB sulla lotta che i lavoratori e le lavoratrici dell’ospedale San Raffaele stanno sostenendo per conquistare il diritto al contratto della sanità pubblica. Il San Raffaele è agli onori delle cronache per l’attività svolta sul Covid (attività ben finanziata dalla Regione Lombardia). Torneremo ancora sulla vicenda.
Ospedale San Raffaele: sit-in dei lavoratori in Regione per salvare il contratto
Domani, venerdì 29 maggio, dalle ore 9 alle ore 10, i lavoratori e le lavoratrici dell’Ospedale San Raffaele saranno in presidio a Palazzo Lombardia, per chiedere che l’applicazione del contratto della sanità pubblica sia tra i criteri previsti per l’accreditamento delle strutture sanitarie private. “Diamo un servizio pubblico, vogliamo il contratto pubblico” recita lo striscione che verrà portato in piazza Città di Lombardia.
L’assistenza data dal personale della sanità privata, sia in tempi ordinari che in quelli straordinari dell’emergenza sanitaria in corso, è pari a quella erogata dal personale delle strutture pubbliche. I diritti devono essere gli stessi: uguali giorni di ferie, diritto allo studio retribuito, per favorire l’aggiornamento continuo, uguale orario di lavoro e le stesse retribuzioni. Oggi la differenza media tra gli stipendi del pubblico e del privato è dell’8%, a tutto svantaggio dei lavoratori degli ospedali privati e a tutto vantaggio degli investitori, che si garantiscono utili fino al 15% (Gruppo San Donato , di cui fa parte il San Raffaele, come raccontato dall’inchiesta di Report su RAI 3).
Il Gruppo San Donato ha acquisito il San Raffaele per soli 300 milioni di euro, mentre il fatturato annuale è più del doppio e l’enorme margine garantisce il rientro dell’investimento in pochi anni; nonostante la crescita continua, testimoniata dal nuovo polo chirurgico ormai giunto a compimento. Ingenti sono state anche le entrate per le donazioni ricevute da privati, che hanno consentito di dare una risposta immediata durante la fase più critica dell’epidemia Covid-19.
Senza il personale che ha lavorato con abnegazione e, in qualche caso, ammalandosi, non si sarebbe potuto compiere il miracolo di realizzare e attivare i posti letto delle terapie intensive e quelli aggiuntivi per gli infettivi. Per questo stride il comportamento di una proprietà che pensa solo al proprio profitto. Nel 2012, quando il San Raffaele ha sfiorato il fallimento ed è stato avviato il concordato preventivo, come lavoratori abbiamo chiesto alla Regione che rendesse l’Ospedale pubblico : oggi ne siamo ancora più convinti.
Una struttura d’eccellenza come il San Raffaele rischia un esodo di personale verso il pubblico, per la sete di profitto della proprietà, che semmai dovrebbe evitare di perdere le migliori professionalità, applicando trattamenti normo-contrattuali migliorativi rispetto al pubblico, come avveniva in passato. O almeno equiparati, come avvenuto negli ultimi anni. Per mantenere la qualità dell’assistenza per cui il San Raffaele è diventato famoso nel mondo, la Regione dovrebbe acquisirlo come patrimonio pubblico.
Milano, 28 maggio 2020
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