Sergio D’Amia è morto questa mattina (16 settembre) nella sua casa di Torre del Lago. Con la sua scomparsa un altro pezzo della nostra storia e della storia militante della Quarta Internazionale in Italia, se n’è andato. Impossibile elencare tutto quello a cui Sergio ha partecipato nel corso della sua vita: mille e mille battaglie, comitati, strutture di movimento. Sergio era conosciuto e riconosciuto soprattutto a Milano dove è stato sempre in prima fila in tutte le iniziative politiche e sociali e sempre presente a tutte le mobilitazioni che sono state vissute in città nei cinquant’anni che sono passati a partire da quelle del 1968/69. Da subito ha sposato il comunismo eretico dei Gruppi Comunisti Rivoluzionari (come si chiamava la sezione italiana della Quarta Internazionale) e poi della Lega Comunista rivoluzionaria di cui è stato per lungo tempo dirigente nonché direttore di Bandiera Rossa, il periodico dell’organizzazione dal 1988 fino all’ultimo numero nel 2002. Poi in Democrazia Proletaria e ancora in Rifondazione Comunista, sempre nelle fila della Quarta Internazionale. Successivamente in Sinistra Critica, quando è stato necessario nel 2008 ricostruire una nuova organizzazione, per poi scegliere di seguire il percorso delle compagne e dei compagni di Communia allontanandosi da noi che animavamo Sinistra Anticapitalista, ma continuando a mantenere inalterata una relazione di amicizia e di confronto.
Sergio era stimato da tutti e tutte quelli/e che l’hanno incontrato per la pacatezza dei suoi modi, ma anche per la determinazione con cui sosteneva le sue tesi. Era un intellettuale ma uno di quelli che non esitano a sporcarsi le mani con la militanza più elementare con una generosità ed una umanità difficili da trovare. Era anche molto bravo, veramente un compagno serio ed esemplare, in tutte le attività organizzative ed editoriali a partire dalla gestione della tipografia. Per alcuni di noi non era soltanto il compagno a cui rivolgersi per discutere ed affrontare i tanti problemi che si pongono nella costruzione di una organizzazione rivoluzionaria, ma anche un amico con cui si sono vissuti tanti momenti comuni di lavoro e di convivialità.
E questa sua militanza attiva è stata presente fino all’ultimo, fino a che la malattia non lo ha immobilizzato. Poco più di un anno fa, a ottant’anni suonati, era seduto davanti al centro sociale Rimake, a fianco dei giovani, per impedirne lo sgombero facendosi portare via di peso dalla polizia.
Così lo vogliamo ricordare: un compagno di grande umanità che la lotta di classe la afferma e la pratica in tutti i suoi momenti.
Il nostro abbraccio alla figlia Giovanna e la nostra solidarietà alle compagne e ai compagni di Communia.
La Direzione Nazionale di Sinistra Anticapitalista.
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