Riceviamo e pubblichiamo dalla rete antifascista di Cologno monzese.
“A volte ritornano” è un romanzo di Stephen King in cui una banda di teppisti, morta in un incidente
anni prima, torna misteriosamente in vita con lo scopo di tormentare il protagonista della storia.
Niente zombi a Cologno Monzese (peccato, avremmo cose più divertenti da raccontare), ma ancora “sta rottura de cojoni dei fascisti” (per citare Ivano Ciccarelli).
Sabato 10 novembre 2018, di fronte al municipio, è andato in scena il banchetto neofascista più breve della storia recente: 40 minuti circa. Quella mattina era in programma la presentazione alla cittadinanza del nuovo Piano di governo del territorio (Pgt) sfornato dalla giunta fascio-leghista. La delegazione di compagn* che partecipava alla presentazione, d’un tratto, ci avvisa che sono spuntati dal nulla alcuni militonti di Casapound e che hanno montato un gazebo per una raccolta firme. Tra loro anche Lorenzo Corradini, taciturno consigliere comunale proprio di Casapound, fedelissimo del sindaco Rocchi e della sua giunta. I consiglieri comunali di opposizione presenti all’iniziativa del Pgt allertano il comandante dei vigili, il quale, palesemente imbarazzato, si trova a intervenire per far sloggiare le zucche rapate, evidentemente sprovviste di autorizzazione di occupazione di suolo pubblico. Nel frattempo arriva un gruppetto di attivist* della Rete antifascista, che tiene d’occhio i fascisti mentre tentano, scornati, un volantinaggio all’ingresso del municipio. Desistono quando il piazzale viene invaso dagli invitati di un matrimonio italo-peruviano in attesa di essere celebrato. Come dire: la vita reale, fatta di incontri e meticciato, supera la vostra ideologia-zombi.
Immaginavamo che il fine settimana seguente sarebbe successo qualcosa. Silenzio fino a venerdì mattina, quando i fanfaroni del terzo millennio danno fiato alle trombe, e diffondono sui loro canali la notizia di un nuovo banchetto per la mattina di sabato 17 novembre, sempre di fronte al municipio. Evidentemente, sanno che a Cologno è attiva una rete di singoli e organizzazioni che non gradisce le loro visite, e riducono al massimo il preavviso per evitare presidi e contestazioni. Sanno che Cologno, città di migranti e di lavoratori, dalla memoria salda e dal tessuto associativo ricco e attivo, proprio non li vuole i fascisti.
Il tam tam parte immediatamente: sabato mattina, perciò, si forma un capannello spontaneo di cittadine e cittadini, intenzionato a tenere d’occhio Corradini e soci ed evitare che si prendano troppe libertà. La situazione è grottesca: 4 provoloni di Casapound, il triplo di persone che dall’altro lato della strada li controlla, due volanti annoiate, ma soprattutto il vuoto pneumatico intorno al banchetto. Quei pochi colognesi che passano di fianco non se lo filano e tanto meno firmano la petizione. Ancora una volta, i neofascisti smontano e se ne vanno con le pive nel sacco.
Il morale della favola è presto detto: per quanto pochi e malcagati, i fascisti non hanno posto qui da noi. In questi tempi grami, certi personaggi tentano l’uscita dalla fogna per accreditarsi come organizzazione politica “normale”. Ai nostri posti ci troverete.
Rete antifascista Cologno
FB: Rete antifascista Cologno
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