Di Igor Zecchini.
Da ieri mattina è partito un progetto della amministrazione comunale milanese su cui pensiamo necessario spendere qualche parola. Ci riferiamo a “Bella Milano” che preferiremmo chiamare “Milano bella stronza”.
In realtà l’operazione è partita già da alcuni mesi ma ieri l’amministrazione comunale ha colto l’occasione di uno sviluppo nel quartiere Corvetto per farsi un po’ di pubblicità focalizzando la cosa sulla presenza dei profughi nel tentativo di continuare a presentare Sala come l’antisalvini.
Si tratta di un progetto “sociale”: una grande azione per la comunità e per la città, che coinvolgerà i disoccupati che da molto tempo vivono una situazione di disagio e sono seguiti dai servizi sociali del Comune, raggruppandoli in venti squadre diffuse in tutti i quartieri della città. Si occuperanno di presidiare e ripulire giardini e aree verdi, vie e piazze e riceveranno per questa attività una borsa lavoro con un contributo fino a 500 euro al mese. Saranno affiancati da richiedenti asilo che parteciperanno alle attività su base volontaria e dai cittadini variamente organizzati, dai gruppi di volontariato alle social street.. (dal sito del Comune di Milano).
Dai lavori socialmente utili oggi si è passati alle borse lavoro, uno strumento usato elasticamente a volte come tampone di emergenze sociali ed umane, a volte come semplice sostituto di un salario che gli enti locali, a causa delle feroci politiche liberiste degli ultimi vent’anni, non sono più in grado di pagare.
Ma sempre più spesso si fa uso del “lavoro volontario” (vedi l’alternanza scola lavoro) che a Milano ha oramai una storia consolidata a partire dai giovani fatti lavorare a zero stipendio nel baraccone di Expo. E Sala ne è proprio l’artefice.
Certo, se si guardano le interviste e le fotografie degli immigrati coinvolti in questa operazione la reazione può essere di approvazione e loro sembrano felici. Ovvio che a fronte di una situazione di noia e totale inattività, il fatto di fare qualcosa, sperando magari che questo serva a metterti in buona luce e favorire la tua pratica per il permesso, può fare vivere questa proposta come positiva.
Noi però non possiamo non esprimere un giudizio oggettivo.
Il primo dato che balza agli occhi è che il Comune di Milano con 500 euro si appropria di circa 300/500 ore di lavoro mensili (il disoccupato con la borsa lavoro e i profughi volontari per 36 ore settimanali). Certo non parliamo di attività lavorative di grande peso, ma comunque la pulizia e la messa in ordine di molte aree urbane viene così garantita a un costo bassissimo.
Il secondo dato è che il lavoro c’è, che una grande città come Milano produce attività per il suo mantenimento e per la sua messa in sicurezza e questo lavoro, indispensabile, oggi non riesce più ad essere garantito dalle strozzature economiche imposte agli enti locali dalle scelte di governi che continuano a dirottare le risorse a sostegno dei poteri forti di questo paese.
Il terzo dato è che si si vuole fare veramente una battaglia per l’integrazione degli immigrati e contro il razzismo oggi dilagante, la strada non è quella di creare nuove forme di schiavitù: occorre battersi per la totale parità di diritti tra immigrati e italiani, per un salario dignitoso per tutti.
Questa “Bella Milano” ci ricorda la “Buona Scuola”: idee e logiche che aumentano le differenze tra le persone, le diseguaglianze. Insomma non ci piacciono
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