Ritorniamo sulle elezioni di Sesto San Giovanni, uno dei risultati più sintomatici della situazione politica italiana. Dopo decenni di governo ininterrotto del centrosinistra, la “Stalingrado d’Italia” è passata in mano a una giunta di centro destra con una forte presenza di liste civiche.
Facciamo questo intervento perché costretti in qualche modo dalle sprezzanti parole, pronunciate da Silvio La Corte, segretario appunto del PRC sestese, durante una assemblea di valutazione dei risultati elettorali e rivolte alla lista a cui abbiamo dato vita assieme ai compagni e alle compagne del PCI e ad alcuni indipendenti: Sinistra Alternativa.
Ci aspettavamo, partecipando all’assemblea, di trovarci di fronte ad una autocritica su una scelta, quella di continuare a mantenere in piedi l’alleanza con il PD, antitetica alla stessa linea politica nazionale di quel partito. Del resto, se qualcuno ci ha fatto caso, il cambio in corsa del simbolo elettorale da parte della lista Sinistra In Movimento (quella del PRC) è stato per noi un fatto significativo. A un certo punto, dal simbolo elettorale spariva l’emblema ufficiale del PRC sostituito da un altro che lo richiamava. Che qualcuno nel partito milanese si sia incazzato per questa scelta fuori linea costringendo La Corte a modificare il simbolo?
Nel comunicato stampa di commento ai risultati dei ballottaggi, il segretario nazionale del PRC Acerbo dice: La sconfitta del PD e’ stata più che meritata avendo questo partito per anni condotto politiche antipopolari. Non ha perso la sinistra visto che il PD da anni conduce politiche indistinguibili da quelle della destra. Ha perso chi ha distrutto la sinistra.
Evidentemente la pervicacia con cui La Corte e il PRC sestese hanno perseverato nell’alleanza con il PD li ha agganciati in modo indissolubile al carro di chi ha distrutto la sinistra e ciò li ha fortemente penalizzati anche dal punto di vista elettorale. L’alleanza che ha sostenuto la candidatura di Monica Chittò ha perso, rispetto al 2012, 4100 voti al primo turno passando dal 45,57 al 30,9%.
2000 voti persi dal PD, 700 voti persi dal SEL/fabbrica e 500 voti persi dalla lista del PRC (nel 2012, fra l’altro, si presentò col nome di FdS assieme ai compagni e alle compagne dell’attuale PCI che oggi invece hanno fatto la scelta di rompere con il PD).
Non solo il PRC di Sesto ha mantenuto l’alleanza mortale con la Chittò, ma durante tutta la campagna elettorale ha continuato a magnificare le scelte che sono state fatte dalla sua amministrazione a partire dalla Città della Salute e dalla cementificazione delle ex aree industriali. Non si è reso conto del disagio sociale che esiste in città e del malessere con cui la gente ha vissuto questi ultimi anni di governo di centro sinistra. Malessere origine anche dell’aumento dell’area dell’astensione di ben 7 punti percentuali dal 2012 (dal 43 al 50% circa).
Quindi non solo La Corte è riuscito a non fare un bilancio serio e quindi negativo, della scelta di internità al centrosinistra, ma ha cercato addirittura di attribuire la debacle elettorale alla presenza di liste civetta, cioè liste costruite artificiosamente al solo scopo di danneggiare la presenza elettorale del PRC. Essendo Sinistra Alternativa l’unica lista di sinistra fuori dal coro del centrosinistra è chiaro che è a noi che rivolge una simile accusa.
Si metta pure l’animo in pace. Quando abbiamo discusso sulla possibilità di presentare una lista, lo abbiamo fatto partendo dalla valutazione che esisteva uno spazio politico a Sesto a sinistra del PD che non aveva rappresentanza politica e che aveva diritto a trovare una voce. Una opzione politica altra da quella di chi continuava a preferire logiche di potere alla difesa degli interessi dei ceti deboli della città. Ci abbiamo provato verificando, pur col nostro piccolo risultato elettorale, che avevamo ragione e che esiste uno spazio di critica alle scelte neoliberiste del PD (ovviamente ancora più forte nei confronti delle politiche del centrodestra) che vogliamo trasformare in organizzazione sociale affrontando ad uno ad uno tutti i problemi che attanagliano Sesto San Giovanni e su questo terreno speriamo di incontrare anche le compagne ed i compagni del PRC.
Se invece altri vogliono seguire una strada diversa, o meglio continuare con quella percorsa in questi ultimi anni, sono liberi di farlo. Abbiano però la compiacenza di non attribuire ad altri l’origine dei loro arretramenti. Peraltro potremmo prendere una ad una le accuse e le critiche che ci sono state mosse e rovesciarle pari pari ma è un giochino che non ci interessa. Preferiamo discutere di contenuti e, appunto, organizzare lotte.
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