della Direzione Locale di Sinistra Anticapitalista Milano e Monza
Stanno circolando in questi giorni alcuni appelli perché al ballottaggio del 25 giugno a Monza gli elettori esprimano un “voto antifascista”, cioè nella tenzone tra il sindaco uscente, il piddino Scannagatti, e il candidato della destra Allevi, scelgano il primo.
Pur comprendendo chi voterà Scannagatti con questa motivazione noi non ne siamo convinti e vogliamo spiegare il perché.
Per cominciare non ci convince che questi appelli arrivino ora. Allevi e la sua congrega, erano tali già da prima delle elezioni del 11 giugno. Se la logica doveva essere quella di fare muro contro il fascismo avanzante perché ora e non prima? Forse si pensava che il sindaco uscente avrebbe avuto gioco facile invece…
Noi semplicemente non riteniamo che un voto al candidato del PD possa essere considerato antifascista tout court. Certo siamo convinti che Scannagatti si dichiari tale e ci rendiamo conto che nelle liste di appoggio ad Allevi risiedano candidati ambigui quando non dichiaratamente fascisti. Il punto è che sia a livello nazionale che a livello locale il PD non rappresenta una barriera ai fascisti ma, a causa delle sue politiche antipopolari e antidemocratiche e in assenza di una opposizione di sinistra, corre il rischio di dare loro maggior spazio politico.
L’appello dell’ANPI in particolare chiede di “… scegliere un sindaco che sia rispettoso delle regole democratiche, dei principi e dei valori sanciti nella Costituzione repubblicana…”. Peccato che solo pochi mesi fa il PD abbia cercato di manometterla quella Costituzione e in senso fortemente antidemocratico e autoritario. Lo stesso PD, allora si chiamava DS, è stato tra gli ”sdoganatori” di Alleanza Nazionale e per bocca di suoi alti esponenti come Violante e Napolitano chiamava alla pacificazione nazionale con i reduci della repubblica di Salò.
Lo stesso PD che ha inserito nella Costituzione il pareggio di bilancio e che, solo per citare fatti degli ultimi giorni, prende per il naso milioni di lavoratori e lavoratrici che si sono mobilitati contro il jobs act e i milioni che hanno firmato per i referendum della CGIL. Il PD che ha incrementato la repressione contro italiani ed immigrati con il decreto Minniti Orlando e che, infuriato dal successo dello sciopero del trasporto pubblico del 16 giugno, propone una nuova forte limitazione del diritto di sciopero.
Potremmo continuare per pagine e pagine: altro che rispettoso delle regole democratiche e del dettato costituzionale, siamo invece di fronte a un progetto autoritario, analogo a quello di altri governi europei, che prevede la forza per schiacciare qualsiasi mobilitazione sociale. Bene lo sanno i militanti del movimento no tav, quelli no tap, i lavoratori e le lavoratrici della logistica sottoposti ad aggressioni poliziesche ad ogni picchetto
Anche a Monza se il pericolo di una svolta a destra nell’amministrazione comunale esiste, è perché l’amministrazione di centro sinistra nulla ha fatto per distinguersi e contrapporsi ai vari governi nazionali succedutisi dal 2012 ad oggi, disattendendo peraltro buona parte del suo stesso programma elettorale. Anche sul terreno specifico dell’antifascismo già nel 2014 il consiglio comunale approvò una mozione con una serie di indicazioni che la giunta Scannagatti si è ben guardata dall’applicare sino a questo momento.
I fascisti a Monza ci sono e rappresentano un serio pericolo.
Ma non succede solo a Monza. Oggi in moltissime situazioni Forza Nuova, Casa Pound, Lealtà e azione e altri, sono in grado di prendere iniziativa per il vuoto lasciato dalla sinistra sia sul terreno politico che su quello sociale. L’iniziativa antifascista di denuncia e prevenzione è assolutamente importante e noi, ovunque siamo presenti, vi prendiamo parte e la promuoviamo. Siamo però coscienti che solo costruendo una forte mobilitazione e l’organizzazione di lotte sociali in difesa degli interessi dei lavoratori, dei giovani e delle donne, a Monza come ovunque in Italia, si può costruire un’alternativa al PD e alle sue politiche liberiste e quindi costruire la coscienza per fermare l’avanzata della destra.
E’ per questo che abbiamo contribuito a costruire la lista di Sinistra Alternativa a Monza ponendo da subito e ripetutamente come pregiudiziale la presa di distanza netta dal PD e dalle sue politiche. Purtroppo il risultato elettorale, peraltro prevedibile, ha fatto cambiare orientamento ad altri che con noi hanno formato quella lista e tra questi il candidato sindaco. Ce ne dispiace ma le argomentazioni che vengono portate ad una scelta di appoggio al piddino Scannagatti al ballottaggio, come abbiamo spiegato sopra, non ci convincono e, pur non considerando chi prende quella strada dei nemici, non ci sentiamo di dare una indicazione di voto per il progetto renziano e quindi diciamo nettamente che quella indicazione non è la nostra. Continueremo caparbiamente a ricercare l’unità nelle lotte sia sociali che politiche senza per questo rinunciare ai nostri orientamenti di fondo.
Pubblichiamo anche il comunicato stampa prodotto dai nostri compagni di Monza
COMUNICATO – STAMPA
SINISTRA ANTICAPITALISTA: “VOTO PER SCANAGATTI AL SECONDO TURNO SBAGLIATO E INUTILE”
Sinistra Anticapitalista, una delle tre organizzazioni politiche che ha dato vita alla lista “Sinistra Alternativa” per le elezioni comunali di Monza, ha rilasciato la seguente dichiarazione, in merito all’appello del candidato sindaco Michele Quitadamo a votare per Roberto Scanagatti al secondo turno.
Domenica 25 maggio, molti vorranno schierarsi contro la destra votando Scanagatti. Noi comprendiamo la volontà di rifiutare il pericolo che rappresenterebbe un’amministrazione Allevi per
l’insieme dei diritti e in particolare per le popolazioni immigrate e di origine immigrata.
Ma vogliamo ricordare che sono state proprio le politiche securitarie (da ultimo il Decreto Orlando-Minniti) e dell’austerità la causa della crescita della destra e delle sue idee nauseabonde. A maggior
ragione quando a concretizzarle è stata la sedicente sinistra di governo.
In tema di diritti, poi, basti dire che, dopo lo sciopero dei lavoratori dei trasporti di venerdì 16 giugno, il ministro Delrio chiede normative ancora più restrittive per le agitazioni sindacali.
Il voto al PD non è una difesa contro le destre, né uno strumento capace di far diminuire questo pericolo. L’unica soluzione è quella di riprendere la mobilitazione di piazza, contro il razzismo e il
fascismo, ma anche contro tutti coloro che hanno attuato o vogliono attuare misure antisociali, comprese le amministrazioni locali di centrosinistra.
Sinistra Anticapitalista sottolinea quindi che la presa di posizione in favore di Scanagatti costituisce un forte elemento di dissenso con le altre organizzazioni che hanno costituito la lista (Prc, Pci).
Purtuttavia, Sinistra Anticapitalista continuerà a ricercare momenti di confronto e di unità d’azione con le altre organizzazioni politiche della sinistra di classe, nell’ambito delle lotte e dei movimenti
sociali.
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