di Giorgio Simoni
Questa volta Roberto Scanagatti, sindaco di Monza, candidato dal Pd a succedere a sé stesso, l’ha sparata veramente grossa. Con un banner apparso sulla pagina Facebook della sua campagna elettorale ha annunciato: “Monza, ci siamo. La Metrò è in arrivo”. E poche righe sotto la promessa si fa ancora più precisa: “Grazie all’impegno dell’Amministrazione Scanagatti, agli inizi del 2019 partono i lavori per prolungare la Linea 5. Fermate in centro, in Villa Reale e all’ospedale San Gerardo”.
Peccato che si tratti di una colossale “bufala”. La previsione di una cantierizzazione dell’opera a Monza “agli inizi del 2019” non trova riscontro in alcun documento. Un accordo tra la Città metropolitana, la Provincia di Monza e della Brianza e i comuni di Milano, Cinisello Balsamo, Monza e Sesto San Giovanni, approvato appena un mese fa, stabilisce di girare 180mila euro a Metropolitana Milanese per uno “studio di fattibilità” sul prolungamento delle linea 5 verso Monza, da un lato, e verso Settimo Milanese, dall’altro. La data del 2019 come previsione di inizio dei lavori nel testo dell’accordo non compare mai.
E la ragione è semplice. Chiunque abbia una minima conoscenza dell’iter di realizzazione di un’opera pubblica, sa che non si completano certo in diciotto mesi, per una metropolitana sotterranea, le fasi di progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva, la stipula della convenzione con la società che gestisce M5, la gara per l’affidamento dei lavori, la stipula dei contratti.
E i quattrini dove sono?
Ma soprattutto, occorre dire che attualmente l’opera non è in alcun modo finanziata. E non si sta parlando di trovare due quattrini, ma di 1,3 miliardi di euro, secondo una prima stima della stessa MM. Una cifra enorme, e i sottoscrittori dell’accordo se ne rendono conto, tanto che ciascuno si cautela precisando, nel testo, che la ripartizione dei costi dello studio di fattibilità “non costituisce alcun presupposto per la ripartizione futura dei costi di progettazione, realizzazione e gestione della infrastruttura oggetto di studio”. Come dire: un conto è ripartirsi la spesa di 180mila euro, un conto dover trovare 1.300 milioni. Non venite a chiederli a me, dicono gli attori in gioco, compreso il Comune di Monza.
La verità è semplice: la linea metropolitana 5 è priva di un deposito per i treni, le ipotesi su dove realizzarlo sono due, Settimo Milanese o Cinisello Bettola, dove arriverà anche il capolinea di M1. Se prevarrà la seconda ipotesi, è possibile che si realizzi il tratto della “Lilla” da Bignami a Bettola. Da qui a Monza, né nel 2019… né forse mai.
Ma ha poi senso portare la linea 5 fino a Monza? Uno studio serio, redatto dal Politecnico di Milano, dice di no. Fa parte delle bozze preliminari del Piano urbano per la mobilità sostenibile redatto dal Comune di Milano sotto la giunta Pisapia. Il prolungamento, si dice in sostanza, non genera abbastanza benefici da compensare i costi. Metteteci una pietra sopra.
La proposta di Sinistra Alternativa
C’è però chi ha un’idea migliore, molto meno costosa e realizzabile in tempi più brevi. La lista Sinistra Alternativa, che presenta Michele Quitadamo come candidato sindaco alle prossime amministrative monzesi, si è posta il problema di come migliorare il trasporto su ferro nella città briantea.
Il Comune – si legge nella bozza di programma della lista – deve intervenire presso gli enti competenti (Regione Lombardia, Rfi) e compiere gli atti di propria competenza, affinché si realizzi un progetto per aumentare notevolmente l’accessibilità ferroviaria della città di Monza.
Attualmente la città, con 120mila abitanti, deve contare solo sulla stazione principale più Sobborghi, ad est del centro storico, dove però fermano solo le corse per Lecco via Besana (linea S7).
Proponiamo la costruzione di tre nuove fermate a servizio dei quartieri esterni più popolosi in modo da creare nuove connessioni interne alla città e decongestionare le arterie principali, oggi intasate da decine di migliaia di auto: Monza Sud/San Rocco, Monza Est e Monza Ovest.
Sinistra anticapitalista sostiene, anche con propri candidati, la lista Sinistra Alternativa e il suo programma. Siamo convinti che l’11 giugno i monzesi sapranno scegliere, tra le “bufale” del sindaco uscente e chi invece avanza proposte concrete per migliorare la vivibilità della città.
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