Riportiamo dalla pagina facebook di off topic un breve articolo sulla nuova situazione di attacco che stanno subendo i lavoratori della INNSE. Quattro di loro hanno ricevuto una lettera di licenziamento, una gravissima provocazione della proprietà che vuole liquidare una volta per tutte questa importante esperienza di resistenza operaia. Questo mentre altre situazioni di dismissione di siti aziendali si stanno sviluppando tutto intorno a Milano, dalla GE di Sesto alla K-Flex di Roncello. Un attacco poderoso a cui i sindacati non riescono, probabilmente non vogliono, a rispondere al livello che sarebbe necessario, quello della unificazione delle lotte e della loro radicalizzazione. Si continua a marciare a ranghi rigorosamente separati e sempre in una ottica di attesa messianica di un qualsivoglia intervento istituzionale (parliamo di quelle stesse istituzioni che continuano a foraggiare con soldi pubblici i padroni che chiudono siti lavorativi). Il presidio dei lavoratori dell’INNSE continua e noi, con la Milano solidale, continueremo ad essere al loro fianco.
Da Off Topic
Questa mattina, davanti ai cancelli della fabbrica, gli operai della Innse, a cui è finita martedì scorso la cassa integrazione, hanno trovato l’ennesima spiacevole sorpresa ad aspettarli: prima dell’inizio del turno una lettera di licenziamento è stata consegnata ad uno dei lavoratori, a cui nel frattempo era stata smontata la macchina su cui lavorava.
Questa comunicazione, frutto di una strategia del terrore, è avvenuta dopo che nel fine settimana altre lettere erano state recapitate ai domicili privati di due operai, tra gli ex delegati sindacali. Camozzi non ha voluto sentire ragioni. Allo stato attuale non è aperta alcuna linea di trattativa con l’azienda.
Il piano di risanamento, bocciato dai lavoratori, sta procedendo a marce forzate e la macchina della repressione e del ricatto è in azione. Alle lettere di richiamo la direzione ha fatto seguire quelle di “cessazione di rapporto” e ad oggi i tre operai si ritrovano a casa senza lavoro. Il rischio è quello che episodi di omertà e di soffocamento del dissenso si ripropongano a modello di una nuova impostazione di stampo “nazista” delle risorse (dis)umane (?) che mai come ora ci sembrano annichilite, all’interno di un meccanismo di ammortizzazione dell’economia della crisi e del piano di dismissione del diritto che sta colpendo in maniera indistinta e generalizzata lavoratori e disoccupati.
Questa battaglia non può vederci che perdenti fino a quando ogni ipotesi di conflitto risulterà non pervenuta nella stringente dialettica politica che ci riguarda. Gli operai della Insee dopo un blocco di fronte ai cancelli e una convocazione in Prefettura (all’incontro non era presente nessun funzionario sindacale) hanno dichiarato che continueranno lo sciopero, rilanciando a domani mattina alle 7 per un altro presidio davanti all’entrata di Via Rubattino.
Sullo stesso tema leggi il comunicato dell’Opposizione CGIL Il sindacato è un’altra cosa e i nostri precedenti articoli nella categoria lotte Operaie e sindacali.
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