di Loris Brioschi.
Il capitalismo francese nella GDO
Un colosso della grande distribuzione francese, penetrato da tempo nella nostra catena nazionale grazie ad operazione di continue acquisizioni di aziende italiane del settore ( GS , Di per Dì, Billa etc), ha presentato ai lavoratori italiani, il conto in termini occupazionali.
Il Gruppo, Carrefour, ha recentemente deciso di”ripulire” le sue attività in Italia. Ha annunciato così 500 licenziamenti più la chiusura di ben 3 siti . A chiudere saranno i siti di Borgomanero, Trofarello e Pontecagnano, i primi due in Piemonte l’ultimo in Campania. Dunque In totale circa 620 esuberi, da smaltire a breve su quasi tutto il territorio nazionale.
Nell’hinterland di Milano sono ben 44 i dipendenti a rischio licenziamento: la situazione più pesante riguarda Paderno Dugnano, con 18 lavoratori “in esubero”, seguito da Assago e San Giuliano Milanese con 13 ciascuno. In tutta la Lombardia i posti a rischio sono 92.
I conti della multinazionale
In Italia il Gruppo Carrefour è presente in 18 regioni, con un organico di oltre 20mila persone, ha 1092 punti vendita di cui 478 diretti e 614 in franchising. Nel 2016 ha realizzato vendite per 5,848 miliardi di euro.
I ricavi, a “bocce ferme”, senza l’eventuale contributo dei carburanti e depurando dall’effetto delle variazioni di calendario hanno segnato più 2,1 per cento nel 2016. Ma per Carrefour sembra non essere sufficiente.
La risposta dei lavoratori e delle lavoratrici a questo attacco sta cominciando a crescere. A livello nazionale, dopo lo sciopero fatto a fine gennaio, deve andare avanti la mobilitazione in tutti i centri vendita nelle modalità che ogni territorio riterrà più opportune. Solo così sarà possibile tentare di contrastare la politica del Gruppo.
La strategia in Italia di Carrefour si è basata sull’apertura h24 di alcuni punti vendita, sul prolungamento degli orari di apertura, senza che questo abbia prodotto grandi risultati.
Da notare che in Francia contro l’apertura domenicale degli ipermercati, i lavoratori del gruppo hanno scioperato. Oltralpe gli ipermercati possono essere aperti 12 domeniche all’anno e l’azienda chiederebbe di “allungare” gli orari al mattino in cambio di aumenti salariali. Il sindacato di categoria Cfdt comunica che il 94% dei lavoratori che è stato consultato si è dichiarato contrario all’accordo sulle aperture.
Perché Carrefour vuole ampliare l’ ipermercato di Paderno
In questa situazione e mentre annuncia i licenziamenti, Carrefour ha presentato al Comune di Paderno Dugnano una proposta preliminare di Programma integrato di intervento in Variante al PGT per l’ampliamento del suo Centro Commerciale Brianza.
Il progetto di ampliamento prevede il raddoppio della superficie di vendita dell’area che riguarda però solo la parte galleria dei negozi e non il vecchio Carrefour. Questo raddoppio, in negozi, interesserà in parte l’area oggi adibita a parcheggi. Questi saranno compensati dall’ampliamento della superficie a parcheggio nell’interrato. In aggiunta ai negozi si propone anche un nuovo cinema multisala di 7 schermi e un attraversamento della Superstrada da Incirano direttamente ai negozi della nuova Galleria.
Questa richiesta non può che far scaturire nuovi interrogativi per i cittadini di Paderno:
- Questo progetto di Carrefour dovrebbe rispondere alla esigenza di ampliarsi per reggere la concorrenza della nuova apertura del megastore di Arese ma serve alla città di Paderno Dugnano?
- Quali sono i benefici previsti per la città di Paderno Dugnano, visto che le compensazioni servono più a Carrefour stesso che alla città di Paderno, e quale sarà l’impatto sui piccoli negozi di vicinato?
- L’impatto viabilistico e dei parcheggi è stato studiato e con quali risultati? (parcheggio di Incirano e nuovi svincoli sulla Mi Meda)
- L’offerta di cinema nella zona Nord Milano non è già sufficientemente grande e c’è realmente la necessità di nuove sale? Visto che a Paderno sono già esistenti la multisala Le Giraffe e il cinema Metropolis?
- Un nuovo collegamento tra il quartiere di Incirano e il Carrefour non serve alla città, semmai l’interesse pubblico è quello di favorire la connessione tra un’area verde del Centro sportivo Toti con l’altra area verde del Parco della Cava.La risposta a questa richiesta non può essere che un secco no.
Basta sviluppare i Centri Commerciali sviluppiamo i rapporti sociali delle comunità
L’americanizzazione dell’acquisto, che ha portato alla costruzione di mega ipermercati aperti sempre più ore
del giorno, vira a diventare anche offerta “culturale”, centro di cinema, spettacoli e giochi vari.
Per Il cittadino divenuto consumatore, l’attrazione dell’ipermercato dove passare la giornata ha sostituito
la piazza del paese dove incontrarsi, se è vero che, secondo studi, il dato significativo è che circa il 30% di chi va a un centro commerciale non lo fa motivato dall’acquisto. Ci va per mangiare, per il ‘bellessere’ (un mix di pratiche per la bellezza e il benessere) o per passare il tempo.
Va dunque riportato il baricentro dei rapporti sociali, culturali e di divertimento nei quartieri e nei paesi, sempre di più ridotti a dormitori insignificanti per la vita di ognuno.
Come Sinistra Anticapitalista non possiamo che essere contrari alle liberalizzazioni selvagge, con aperture domenicali ed anche notturne, i turni di lavoro inaccettabili ed infine i licenziamenti che vengono proposto da Carrefour. Questa politica, che interessa oramai tutte le aziende del settore della Grande Distribuzione., peggiora in modo radicale le condizioni di vita dei lavoratori e delle lavoratrici e non da nessuna risposta a quelle del resto della popolazione. E’ utile solo al profitto.
Non si supera l’attuale crisi capitalistica continuando nell’opera di massacro delle classi lavoratrici, produzione e democrazia si devono e si possono combinare non con un economia di mercato atta a produrre valore di scambio, ma con un economia del valore d’uso, con un‘economia ecosocialista unico vero antidoto all’attuale devastazione economica e sociale prodotta dal mercato capitalistico nazionale e internazionale.
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