Si è svolta ieri la manifestazione nazionale per la liberazione di Ocalan e in solidarietà con il popolo kurdo. Almeno 3000 persone, metà delle quali kurde, hanno portato per le vie di Milano parole d’ordine contro il regime di Erdogan assieme ai gioiosi canti della resistenza kurda.
Una manifestazione positiva ma la partecipazione solidale, in particolare quella milanese, è stata al di sotto del bisogno. Pochi i centri sociali, assenti i sindacati (anche quelli di base) con l’eccezione della CUB, deboli i quadrati delle organizzazioni politiche. Lo si è visto anche nelle iniziative di preparazione in cui la partecipazione di pubblico è stata limitata. Assente il variegato mondo degli amici di Putin, a cui la solidarietà con un popolo in lotta che non rispetta le loro coordinate geopolitiche non interessa o, addirittura, è da combattere.
Sono lontani i tempi in cui Milano era capace di esprimere un alto livello di solidarietà internazionalista e anche su questo terreno la strada è in salita.
Per parte nostra continueremo a fare tutti gli sforzi possibili perché sia sostenuto e rispettato il diritto di ogni popolo alla propria autodeterminazione senza se e senza ma.
Riproduciamo sotto il testo del volantino che abbiamo diffuso alla manifestazione di ieri :
STOP AL MASSACRO DEL POPOLO KURDO
Libertà per Öcalan e per tutti i prigionieri politici!
Fermiamo la guerra di Erdogan contro il popolo curdo! Dal 2015, dopo aver posto fine al negoziato coi curdi, il presidente turco sta conducendo una guerra spietata contro la popolazione curda in Turchia, in Siria ed Iraq. La Turchia ha bombardato villaggi e città provocando miglia di morti e feriti. Infine, usando come pretesto la guerra al terrorismo dell’Isis, che aveva in precedenza finanziato e foraggiato, ha stretto un’alleanza con la Russia di Putin e il regime sanguinario di Assad. I brutali e barbari attacchi si sono rivolti contro le Forze Democratiche Siriane e soprattutto contro la resistenza, senza risparmiare la popolazione civile che ha subito brutali e pesanti bombardamenti.
Sosteniamo l’esperienza del Rojava! L’obiettivo di Erdogan è quello di cancellare la confederazione autonoma del Rojava che, senza essere idealizzata, rappresenta per quanto riguarda i rapporti sociali e i rapporti di genere l’esperienza più progressista fino ad ora emersa dalle rivoluzioni scoppiate nel 2011. Per questo essa rappresenta una spina nel fianco per i diversi regimi reazionari della regione, la barbarie dell’Isis così come per le potenze imperialiste.e regionali. Non a caso le Ypg (Unità di protezione popolare) del Rojava non sono stati invitate al tavolo di pace imposto sotto i colpi dei bombardamenti dalla Russia, dal regime di Assad e dalla Turchia.
Fermiamo la repressione di Erdogan! Dopo il fallito colpo di stato e l’introduzione dello Stato di emergenza, Erdogan ha fatto chiudere più di cento testate giornalistiche, migliaia di associazioni e fondazioni, ha licenziato più di 60 mila funzionari pubblici e più di 4000 tra docenti e ricercatori universitari. Il presidente turco ha colpito in particolare le organizzazioni curde e l’opposizione democratica e progressista. La maggior parte di comuni amministrati dal Hdp, il Partito democratico dei popoli che alle ultime elezioni è riuscito a superare lo sbarramento del 10% ed ottenere così 54 deputati, sono stati disciolti o commissariati e i loro sindaci arrestati. Migliaia di membri della forza progressista curda sono stati arrestati così come i suoi principali dirigenti e 9 deputati. Preoccupa, inoltre, la sorte del leader del Pkk, Abdullah Öcalan, in carcere da 18 anni, in condizioni di isolamento totale.
Il governo Gentiloni e l’Ue rompano i loro rapporti con il regime di Erdogan! il governo italiano così come l’Ue continuano ad intrattenere saldi rapporti con la Turchia di Erdogan. Al di là di una tiepida condanna, non è mai venuto meno il loro sostegno ad un regime, ritenuto ritenuto indispensabile e affidabile nel bloccare il flusso di profughi. Ricordiamo, inoltre, i forti interessi che legano il nostro paese alla Turchia: l’Italia si colloca da anni ai primi posti tra i principali partner. Nel 2015 sono stati apprezzabili sia il livello delle esportazioni (10,6 miliardi di dollari), che quello delle importazioni dalla Turchia verso l’Italia (6,9 miliardi di dollari), con un saldo attivo a favore dell’Italia di circa 3,7 miliardi di dollari.
Per queste ragioni Sinistra anticapitalista aderisce e invita a partecipare alla manifestazione nazionale che si terrà a Milano l’11 febbraio in solidarietà con il popolo curdo, per la liberazione di tutti i prigionieri politici in Turchia e del leader del Pkk Abdullah Ocalan.
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